I nomi scelti tra un’ampia rosa di partecipanti (la mostra è visibile fino a stasera), rappresentano esperienze pittoriche differenti tra loro, sia dal punto di vista narrativo che formale, pur legate ad una tradizione padana che guarda al paesaggio e alla figura. Sono nell’ordine Rino Sgavetta di Fidenza con l’opera «Il cantiere», Claudio Tedoldi di Parma con l’opera «Ultima neve» e Giacomo Ponzi di Noceto con l’opera «Guardami». Rino Sgavetta evidenzia nel dipinto l’attitudine portata avanti nel corso della sua lunga carriera volta ad elaborare impasti, colori e forme del mondo circostante. La sua attenzione ad una materia dalle infinite varianti si offre ad una composizione dove il narrare si fa colore e il colore costruisce l’immagine. Claudio Tedoldi, artista di tradizione, affida ad ampie campiture il significato del paesaggio attraverso una stesura composta di sfumate allusioni dove l’orizzonte si fa artefice della profondità dell’immagine. Giacomo Ponzi, infine, fissa l’attimo nella immediatezza di una trama che va a definire i significati dell’opera. Una figura, un volto, che delineano l’esigenza di racchiudere in pochi tratti cromatici un’esperienza di vita.